Movida Santa Croce: uno stallo alla messicana
Martin SoulStealer - Flickr: Mexican Standoff
Esattamente un anno fa, la mia famiglia si è trasferita in centro; io sono tornato all'ovile, mancavo da molti anni. Abbiamo ascoltato e condiviso gli appelli del Sindaco Nardella: "basta AirB&B, restituiamo il centro ai cittadini". Ecco, Nardella, qui non si dorme più.
I mesi del secondo lockdown sono stati calmi, anche troppo. Nessuno vuole rivivere una cosa del genere. Erano anche i mesi invernali: finestre chiuse, nessun rumore. Poi è arrivata la primavera, la riapertura di bar e ristoranti, i vaccini, la voglia di uscire. Poi sono tornati i turisti, una manna per questa città. Poi è arrivato il caldo, le finestre aperte, le notti lunghe. Ecco, non si dorme più.
Parlo da persona che Piazza Santa Croce l'ha vissuta a fondo da ragazzo. Quante volte è venuta la volante a prenderci il pallone mentre si giocava alle tre di notte, chiamati dalla signora all'angolo con Via Magliabechi. Poveretta. Non so come spiegarlo, era diverso: eravamo dieci, forse venti; il venerdì o il sabato si andava lunghi, ma ad una certa ora si andava a ballare (Yab, Rockafè, KGB, era pieno di locali) o a mangiare un hamburger in Corso Tintori — che serviva fino alle 5, ma al chiuso. Se esageravamo col casino, il giorno dopo erano pacchine forti quelle che alcuni babbi degli amici ci davano, se ci incrociavano nel quartiere.
Oggi parliamo di qualcosa di assolutamente differente. Già dalle 11 di sera passare in macchina di fronte alla Chuperia di Via de'Pepi — un locale minuscolo, stanno tutti per strada — è un'impresa indimenticabile: la maggior parte dei ragazzini è già fuori controllo, ti scuotono la macchina, ci inciampano e ti appoggiano i bicchieri mentre passi. Sono troppi per discuterci, anche se minorenni. Vai avanti e speri che finisca lì. Entrare nel garage è il livello di difficoltà due: gente a sedere in terra, che barcolla, che non si scansa mentre cerchi di fare manovra in una strada larga due metri. Poi arriva il gioco davvero duro: andare a letto.
In piazza sono centinaia, ogni sera. Non sono di zona, sono anche turisti. Senti i ragazzi urlare, fino alle 5 del mattino, senza alcun ritegno. La nostra via è stretta, come quasi tutte le vie del centro e collega alcuni bar con Piazza Santa Croce. Il passaggio è continuo, non-stop, con i cori da stadio di dieci/venti persone che fanno a gara a chi urla più forte e dice più cazzate; sembrano lì, accanto al letto. Poi ci sono le traverse secondarie, come Via del Fico, tutta bella illuminata: praticamente ogni bandone è un vespasiano, noi possiamo vederli bene nella loro minzione. Il puzzo è infernale, ne sanno qualcosa gli operatori ecologici che la mattina alle 7 passano a disinfettare.
Sempre in Via del Fico, all'angolo con Via de'Pepi, c'è un appuntamento fisso che inizia intorno alle una e va a vanti per tutta la notte: a gruppetti di 5/10/15 che a quell'ora sono già cotti a buon punto dagli shottini, i ragazzi si mettono a fumare le loro cannette, urlando, ridendo, rincorrendosi. Le ragazze sono le peggiori: ubriache, urlano senza senso con decibel inumani e i maschietti ci sguazzano; è capitato anche di vederli concludere ciò che sarebbe potuto avvenire più comodamente in un letto ma che su un marciapiede fa più caliente. Alcuni stanno all'angolo a fare il palo, controllano che non arrivi la macchina della polizia mentre fumano, non accorgendosi che sopra la loro testa c'è una telecamera fissa delle forze dell'ordine. Del resto, gli anni hanno reso evidente l'inutilità di quella telecamera.
Se provi a dire qualcosa, indipendentemente dai toni gentili o incazzati, il risultato è il medesimo: il branco si ribella, ti urlano contro ancora di più, iniziano a suonare i campanelli a caso se non addirittura sfondare i portoni in gruppo, come successo in Sant'Ambrogio qualche tempo fa ad una mamma impaurita.
I primi di settembre, all 05:04, in Piazza S. Croce saranno stati in due o trecento: musica a tutto volume, bottiglie che volavano, urli, canti (!). Due gruppi si parlavano: uno all'angolo con la piazza, l'altro all'angolo con Via Ghibellina. Ho chiamato il 112, e la risposta è stata: "Signore, abbiamo ricevuto dozzine di segnalazioni, ma non possiamo fare nulla, sono tutti ubriachi, la situazione si risolve solo con l'esercito."
Mia figlia di otto anni, come tutti, da giugno svolge una qualunque attività estiva che permette a noi genitori di lavorare. In piedi alle 07:00, non siamo in vacanza. Svegliarsi è dura quando non dormi, una, due, tre notti di fila; diventa malsano quando le notti in bianco vanno avanti ininterrottamente per settimane. Saltano i nervi, crescono istinti violenti, viene voglia di fare cose che non si possono fare, sia contro i giovani, che contro le istituzioni, incapaci di gestire una cosa del genere. Questo succede quando non si dorme più.
Quella domenica sono fuggito fuori città e mi sono fermato a riflettere sulla situazione. Il problema è più difficile di quel che si crede quando si è incazzati nel dormiveglia. Ho provato a valutare la situazione dai vari punti di vista, ragazzi, residenti e istituzioni. Non voglio giustificare nessuno, ma non è facile trovare una soluzione – sempre che esista.
Le istituzioni
Hanno "risolto" da poco il problema Santo Spirito, spostandolo di fatto in Santa Croce. Risolvono Santa Croce per spostare il problema dove?
Chiudere alcune vie con le transenne, sposta il caos nelle vie accanto.
Spostare la massa alle cascine: ma siete sicuri di voler mandare i vostri figli/figlie di notte alle cascine, fino all'indiano? Non c'è luce, non ci sono mezzi, è di notte un piccolo Vietnam incontrollabile. Una festa ogni tanto ci può scappare, era divertente l'anfiteatro, ma si sono viste cose inenarrabili.
Spostare tutto al piazzale: e i ragazzi come ci arrivano? Stanno prima a bere in Santa Croce e in Via dei Benci — perché al Piazzale c'è il nulla cosmico — e quando sono gonfi, come le fanno le Rampe? Chi glielo fa fare?
Le volanti sono sotto il controllo del Prefetto. Sono 4 in tutto, tra Polizia e Carabinieri. Si sa, vanno in coppia. Otto contro mille. Dozzine di segnalazioni a sera, esposti e denunce. Utilità? Zero.
Possono provare a capire cosa hanno fatto in altre città nel mondo, per scoprire che nessuno ne sta uscendo indenne.
Possono provare qualcosa di più evoluto dei paletti sulle scalinate delle chiese. Il problema è assai più vasto.
Le istituzioni, che altro possono fare?
I ragazzi
Tra i 17 e i 30 anni, passare una anno e mezzo chiusi in casa tra lockdown e mascherine deve pesare tanto. A quella età scorrazzavo senza tregua, non riesco ad immaginare cosa provano. La voglia di fare casino deve essere incontenibile.
Le discoteche, da quel che mi dicono, sono passate di moda già da prima del Covid. Adesso sono serrate del tutto, così come tutti i pub, bar e locali che intorno a mezzanotte tirano giù il bandone. Se vuoi vedere gente, dove vai? Rimane solo la strada.
Un tempo c'erano le compagnie: 30 per piazza, per giardino o per bar, e ci si stava tutti, stando anche attenti a non sconfinare troppo. Quel concetto non esiste più, fatevene una ragione.
La vendita dell'alcol è vietata da una certa ora: ovvio che tutto si gioca prima della mezzanotte per poi continuare con le bottiglie portate da casa negli zaini o comprate dagli spaccini di vodka in piazza (e vai a sapere cosa gli danno).
Con tutto quel bere, la pipì è davvero il minimo. Noi si faceva la fila al bagno del pub; loro dove dove lo trovano un bagno? Ci farà schifo, giustamente, perché i portoni sono i nostri, ma quando scappa, scappa.
Quando i turisti non c'erano, la situazione non era migliore. Non date la colpa solo ai turisti, i nostrani sono bestie, anche i fiorentini più fighetti. Le ragazze, non sono da meno, vedere per credere. Se i nostri il giorno dopo vanno a scuola o a lavoro, i turisti sono una piaga senza tregua: sei domeniche a settimana e un giorno di riposo (cit.).
I ragazzi, che altro possono fare?
I residenti
Col sonno non si scherza, ne va della salute. Non so se l'ho detto ma qui non si dorme più.
Emergono dalle viscere i peggiori istinti violenti. Qualcuno si limita a tirare secchiate di acqua calda, ma ho sentito persone distinte e moderate proporre di allevare per poi slegare i cani in piazza, altri invocare le armi per fare stragi. Persone più fumine sono scese davvero a litigare, e se oggi si racconta è più fortuna che altro. Qualcuno vuole usare droni, c'è chi cerca le bombette puzzolenti, chi prega iddio di far venire Satana a sistemare le cose. Prima o poi qualcosa succederà, è solo questione di tempo.
Doppi vetri sono un rimedio, non particolarmente efficace in alcune serate, ma possono andare. Ma con 30 gradi, ci vuole anche l'aria condizionata e molti palazzi vecchi non sono strutturati per poterla avere e non a tutti piace dormire in uno pseudo-frigorifero di aria sintetica. Inoltre c'è chi è sensibile alle questioni ambientali e magari preferisce contribuire alla società evitando condizionatori; come biasimarli.
C'è chi chiede l'intervento dell'esercito, del resto lo dicono per primi i Carabinieri quando li chiamiamo. Invocare l'esercito è follia, oltre che inutile. Nessuno dovrebbe auspicare di avere l'esercito per strada, pensate bene a cosa significa per davvero. Inutile perché? Da ragazzo, in Santo Spirito, c'erano fisse tre camionette di soldati. Ce ne siamo fregati per anni, non hanno fatto nulla per anni se non fare i piantoni col mitra in mano a imbroccare straniere; non arrestano, non fanno multe. Ci si calmava solo vedendo la macchina con le lucine blu.
I residenti, che altro possono fare?
Che fare?
Basta fare una minima ricerca per capire che il problema non è fiorentino, non è italiano, bensì è globale. È un problema la cui radice è figlia dell'arroganza tipica di questa epoca. I politici italiani potrebbero farla una minima autocritica in tal senso; se ne fossero capaci, probabilmente non farebbero i politici, di questi tempi.
ll Sig. Sindaco, invece di fare campagna elettorale con la retorica del restituire la città ai fiorentini, forse farebbe più bella figura ad ammettere che "niente, i tempi sono quelli che sono e cari residenti, dovete rinunciare al centro e andare via; affittate le vostre case e spolpate più che potete i turisti e il Comune vi appoggerà in questo business, che conviene a tutti".
In alternativa dovrebbe convincere tutti a rifare infissi+doppi vetri+AC, aiutandoli con una manovra tipo 110%. Magari qualcuno lo farebbe.
La gente non vuole lasciare il centro, per fortuna. Soprattutto dopo aver avuto la possibilità di assaggiare, durante la pandemia, la bellezza della nostra città quando è davvero a misura d'uomo.
I comitati spontanei fanno sempre bene, il confronto è importantissimo; ma una risposta non ce l'ha nessuno e spesso ci si limita a sbattere i piedi per le proprie ragioni, senza valutare quelle degli altri. Viviamo così il nostro stallo alla messicana in cui tutti sono contro tutti, residenti, ragazzi e istituzioni.
Sono generalmente ottimista, anche se burbero. In questo caso faccio più fatica del solito a trovare l'ottimismo, forse per la mancanza di sonno — perché non ricordo se l'ho detto, ma non si dorme più. A volte le soluzioni arrivano anche quando meno te le aspetti. Spero che non siano soluzioni drastiche o violente, perché ognuno degli attori dovrà in qualche modo farsene carico, e non sarebbe bello per nessuno dei tre.
Via, vo a letto.
Foto cover: Martin SoulStealer - Flickr: Mexican Standoff